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martedì 7 luglio 2015

L'incidente SpaceX e le sue conseguenze. Ambizioni e Fallimenti della rete satellitare

Il mese di giugno non termina certamente in modo positivo per SpaceX, l'azienda attiva nel campo dei viaggi spaziali fondata da Elon Musk. Il 28 termina rovinosamente il lancio di un razzo Falcon 9 dalla base di Cape Canaveral, disintegrando in una spettacolare esplosione la capsula Dragon al suo interno. Il cargo, fortunatamente sprovvisto di equipaggio umano, era diretto alla Stazione Spaziale Internazionale trasportando rifornimenti e apparecchiature (tra cui una nuova sezione di approdo per la base e una tuta spaziale). Secondo le prime indiscrezioni il disastro potrebbe essere collegato ad un evento di iper pressurizzazione avvenuto nella cisterna dell'ossigeno, situata nel secondo modulo. Si tratta però solamente di speculazioni dato che i team specializzati della NASA sono ancora al lavoro per determinare le cause esatte della perdita del vettore e delle costose attrezzature trasportate. Prima di questo sono stati persi altri due razzi in pochissimi mesi e, anche se fortunatamente la sicurezza degli operatori in orbita non viene messa in pericolo da eventi del genere, lo sviluppo e l'implementazione delle tecnologie relative ai trasporti extra planetari subiranno certamente una battuta d'arresto.




Ciò che rende l'incidente del 28 ancora più scomodo per SpaceX è il fatto che sia avvenuto proprio in questo momento: la settimana precedente Bharti Airtel, la quarta più grande compagnia di telecomunicazioni al mondo, ha acquistato una quota di OneWeb, portando a 500 milioni di dollari il totale dei finanziamenti fin'ora raccolti dal progetto di WorldVu Satellites Ltd. Una mole di investimenti che vedono, al fianco di Bharti, marchi del calibro di Coca-cola, Qualcomm, Airbus e altri. L'obiettivo di garantire accesso a internet via satellite in qualsiasi zona del mondo, ad un prezzo estremamente contenuto, vede infatti OneWeb in diretta competizione con SpaceX. Elon Musk (fondatore di Tesla Motors oltre che di SpaceX), con il supporto di Google, afferma infatti di poter rendere operativa la sua rete di satelliti a bassa orbita approssimativamente per il 2020. Intenzione molto simile a quella del suo amico Greg Wyler che, dando vita a OneWeb con il supporto del Virgin Group e del suo fondatore Richard Branson, fissa la data per la completa implementazione dei suoi servizi al 2019.

Si può intuire che né Wyler né Musk siano stati i primi a intraprendere questa strada. In effetti la connessione internet per via satellitare non è certamente una novità. Fin dagli anni '90 i tentativi di realizzare una tecnologia simile sono stati molteplici. Teledesic, fondata da Bill Gates, ha abbandonato il progetto in via definitiva tra il 2002 ed il 2003. Il problema principale è dato dalla latenza che si viene a creare tra la trasmissione dei dati dal pianeta e la risposta dei satelliti. Un ritardo di approssimativamente 500 millisecondi che rende impraticabile l'utilizzo di applicazioni in tempo reale (come skype) tramite questo tipo di connessione. La soluzione proposta da SpaceX e da OneWeb si basa sul lancio di satelliti in bassa orbita (cioè tra i 160 e i 2000km) in modo da ridurre la latenza fino agli standard attuali di circa 20 millisecondi (come una normale fibra ottica). Una posizione così ravvicinata alla superficie rende però necessario utilizzare un grande numero di satelliti dato che la copertura offerta da ognuno è relativamente ridotta. Di conseguenza i costi di gestione della rete aumentano e ogni satellite avrà una probabilità abbastanza alta di trascorre molto del suo tempo di attività sorvolando aree disabitate, aumentando anche gli sprechi. Inoltre se si vuole raggiungere gli utenti più svantaggiati non bisogna dimenticare che i costi di utilizzo dovranno rimanere molto contenuti quindi i satelliti dovranno essere, fin dalla fase di progettazione, economici e dalla facile messa in orbita. SpaceX guarda lontano e, con l'obiettivo di una vicina colonizzazione di Marte, afferma di essere in grado di sviluppare le tecnologie necessarie entro i termini (una di queste è il sopracitato e sfortunato vettore spaziale riutilizzabile Falcon 9). Attualmente il vantaggio per OneWeb potrebbe però essere rappresentato dalla proprietà dei diritti di sfruttamento della banda wifi posseduti in precedenza da Teledesic e acquistati poi dallo stesso Wyler. Inoltre non è detto che i progressi nel campo della connettività cablata non rendano, da qui al 2019, molto più conveniente optare per una copertura globale in fibra ottica, soluzione che ovviamente non andrebbe a favorire in nessun modo l'esplorazione dello spazio.

Chi riuscisse a garantire una copertura satellitare internet economica e funzionale, utilizzando una struttura alternativa e parallela ai network esistenti, guadagnerebbe un potere economico tale da rivaleggiare con gli attuali colossi delle telecomunicazioni, intaccando un business altrimenti virtualmente impossibile da aggredire. Il rischio è che i soggetti coinvolti non capiscano che possono raggiungere un obiettivo talmente ambizioso solamente collaborando tra loro. Se decidessero di lavorare fianco a fianco SpaceX e OneWeb dovrebbero certamente dividere i frutti del loro lavoro ma, conseguendo il successo, avrebbero la possibilità di offrire un rivoluzionario contributo al progresso; contributo che certamente non può essere eguagliato da una serie imbarazzante di fallimenti individuali.

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